La primavera si caratterizza -tutti lo sanno- per le giornate miti e temperate, profumate di fiori e foglie appena spuntate, per i colori che da pastello si fanno decisamente elettrici sino a digradare poi nello spento bruciato estivo di inizio giugno, per gli animali che rinascono a nuova stagione riproduttiva e, soprattutto alle nostre latitudini, per l'incessante lavorìo delle gru nei cantieri.
Le gru meccaniche si innalzano austere da ogni campo recintato e trasformato in deposito di materiali edili e coacervo di sudore e bestemmie, e si stagliano diritte e fragili a decine di metri sopra le nostre teste. Ogni tanto si muovono, addirittura, attuate da chissa' quale misterioso pulsante in mano ad invisibili operatori muniti -si spera- di regolare casco di sicurezza e contratto d'assunzione registrato all'INPS. Girano piu' che muoversi, e girando innalzano misteriosi carichi di chissa' cosa verso i piani superiori di palazzi sempre piu' alti, ma mai alti quanto le gru stesse, le vere dominatrici dell'ambiente primaverile antropizzato ed abbondantemente cementificato che rifulge di maschio ardore in questi bui anni della grande crisi.Le gru e i palazzi: un binomio che pare inscindibile, almeno sintanto che i primi temporali d'autunno non provocheranno di nuovo lo stop letergico dei lavori, sino alla successiva primavera di fiori e tubi Innocenti, in un vorticare di cicli, corsi e ricorsi che poco ha da invidiare alla giostra della vita dei grandi parchi nazionali africani.
Finche', un giorno, il palazzo non viene completato.Allora il cantiere viene smantellato, i tanti rifiuti edili caricati su decine di camion sgraziati ma capienti, le reti provvisorie e tamponate da oscene plastiche arancioni si abbattono... e pure la fragile e diritta gru viene smontata, bullone dopo bullone, e trasportata chissa' dove in un altro campo incolto a ricominciare l'incessante ciclo della vita del cemento e del mattone.
A noi, osservatori distratti dal finestrino d'un lento treno regionale, apparira' lo splendido nuovo palazzo, tinto di blu carta da zucchero o di verde oliva, e pieno zeppo di vetrate a specchio.
Della gru rimarra' se va bene il ricordo, come del bruco quando si trasforma in farfalla.
E con il ricordo la domanda finale: ma chi li comperera' quei magnifici appartamenti, vista ferrovia dal lato nord e fronte autostrada a mezzogiorno, che si vendono a soli 3.500 Euro al metro quadro e ci stai anche larghino?
Barney
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