Ieri sera sono finalmente andato a vedere "Diaz", di Daniele Vicari. Non ero convintissimo di andare, per una serie di motivi che si chiariranno piu' sotto, ma sostanzialmente il film mi ha deluso meno di quel che m'aspettavo.
Diaz e' la cronaca abbastanza fedele di quel che successe la notte del 21 luglio 2001 a Genova, alla scuola che da il titolo al film. Ci sono elementi romanzati-inutili-inverosimili-falsi (tre su tutti: il black bloc nero che sta con la biondina rasta e se la sfanga per una botta di culo dalla mattanza, e la storia tra il volontario del GSF e l'artista di strada che veramente pare messa li' -la storia, intendo- per dar l'idea di "Pace amMore e libBerta'", infine il poliziotto "buono" impersonato da Santamaria), ma per chi ha una idea di cio' che e' successo il racconto e' passabile.Chi invece non sa/s'e' dimenticato/s'e' informato da Vespa o Fede rimane con la sensazione di avere visto qualcosa che sicuramente e' esagerato rispetto a quanto veramente accaduto. Perche' se non ci sei stato o se non conosci qualcuno che c'e' stato, e' veramente difficile credere che tutto quello che vedi sia davvero accaduto.
Ma io ho la fortuna di conoscere abbastanza bene uno dei protagonisti di quel sabato notte, visto che si tratta del fratello di Mrs. Panofski. Il quale cognato (dovrebbe essere giusto... Si, lo e') e' uno dei protagonisti anche della trasposizione cinematografica, ovviamente non direttamente lui: e' il giornalista impersonato da Elio Germano.
Ma invece di parlarvi del film -meglio che lo andiate a vedere, sapendo che i protagonisti "veri" imputano a Vicari due peccati di fondo: il non avere contestualizzato il fatto, e il non avere fatto i nomi veri dei protagonisti di polizia e carabinieri- sono riuscito a tirare fuori un mio intervento in un thread su it.diritto del 25 luglio 2001. Intervento che veniva il giorno dopo che avevamo rivisto per la prima volta dal 21 Lorenzo, rimandato a casa la mattina stessa. Eccolo qua:
Ieri sera siamo andati a trovare Lorenzo, a Pescia.
Siamo arrivati, e lui era in giardino a parlare al telefono (ne ha
sempre avuti almeno due per le mani, tutta la sera).
Non l'ho salutato, ed ho portato a casa sua nonna, centounenne.
Il cui commento, amaro ma anche sollevato dal fatto che almeno a
casa c'era, e' stato:
"Ma guarda te, Lorenzo e' stato decine di volte in Bosnia, in
Croazia, quando c'era la guerra, e l'hanno picchiato i poliziotti
italiani....".Torno a casa, e saluto il reduce. Che mi accoglie sorridente
dicendomi "Ho conosciuto _da vicino_ la polizia di Berlusconi".
E mi fa vedere le botte. Braccia, dita (unghie nere, non di sporco),
schiena, addome. Bende, cerottoni, ematomi grandi, tanto che gli
chiedo se e' sicuro che lo abbiano _solo_ manganellato, e non
anche preso a calci.
"No, mi pare di no. La ragazza davanti a me l'hanno presa a calci
in testa, ma a me no. Manganellate. In due. Poi, dopo, un'altro,
una bestia enorme, veniva a finire il lavoro. L'hanno dovuta fermare
piu' volte, perche' stava _esagerando_".Poi, durante la serata, si aggiungono particolari:
Lorenzo dormiva, ha sentito casino e si e' vestito. Ha messo gli
occhiali -"Ma sei scemo? E se te li scassavano sul viso?" "Senza 'un
ci vedo nulla..... "-, si e' preso portafogli e cellulare, poi sono
entrati.In mezzo ai manganellatori il "Dottore", uno tranquillo, in giacca e
cravatta, che diceva solo "A quello basta, a quell'altro di piu'".
La bestia che terminava il manganellamento, ad un certo punto, ha
chiesto dei guanti di lattice ai barellieri fatti entrare per portar
via i terroristi (un ora dopo l'irruzione). Probabilmente, aveva paura
dell'AIDS: con tutto quel sangue in giro........I feriti e gli arrestati (cioe', quelli che ce la facevano a
camminare) sono stati presi e portati via. Nessuna perquisizione,
tanto che Lorenzo aveva il cellulare, e finche' le pile non si sono
scaricate ha continuato a chiedere aiuto agli amici. In ospedale,
piantonato da due poliziotti, accanto al sessantaduenne vicentino con
braccio e femore rotti. Tuta nera anche lui, of course...... Esami su
tutto il corpo, radiografie di tutte le ossa, ecografie dell'addome
per escludere lesioni interne. La consapevolezza che l'ospedale e' la
salvezza: finche' si resta li', le botte non arriveranno piu'. Quindi,
contrattazioni con i medici (anche se non ce n'era bisogno, conciato
lo e' tuttora), ricerca dell'avvocato, e finalmente lunedi'
l'interrogatorio. Durante il quale si chiede, tra
l'altro, conferma sulle due molotov trovate nella palestra. Il
magistrato: "Mi han detto che erano proprio alla porta di ingresso, se
le ricorda?". No, non si ricorda, anche perche' le molotov le ha viste
solo in fotografia...... Infine, scarcerazione, ma non si toglie il
capo di imputazione (associazione a delinquere finalizzata alla
devastazione).
Motivo? "Guardi, non e' il momento politico, qua devono tirare a
salvarsi, aspettiamo che si calmino le acque". E' il suo difensore, il
presidente del foro genovese, che gli consiglia di aspettare.Chiudo con una notiziola: qualche giorno fa, prima del G8, il
Giornale (quello che, diciamo, e' _vicino_ al governo....) pare abbia
pubblicato un servizio-inchiesta su un corpo di celerini scelti.
Riguardava la caserma Bolzaneto di Genova.
Volete sapere chi ha fatto il blitz sabato notte? :-)))...........
Mi sembra interessante anche l'intero thread, che inizia con la primissima intervista a Lorenzo dopo la sua "scarcerazione" dall'ospedale, meno di impatto visivo del film di Vicari (che -avverto- e' disturbante per certe scene di violenza), ma sicuramente piu' vera.
Barney
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