Quarant'anni fa ieri moriva uno dei geni della cultura moderna. Moriva a Parigi dopo una effimera ma luminosissima carrriera di poeta, scrittore, disegnatore e -soprattutto- frontman di un gruppo rock che ha scritto la storia della musica psichedelica e non solo: i Doors.
Potete far partire la poesia qua sopra, declamata da James Douglas su un tappeto musicale che mixa "The End" con l'"Adagio" di Albinoni, e ripensare a quando -in uno dei vostri primi viaggi a Parigi- avete visitato la tomba di Morrison al Père-Lachaise.
E vi avete trovato fiori e lumini nuovi, come sempre. E giovani fricchettoni che si facevano una canna sul grigio cemento, guardando il busto del defunto colorato da innumerevoli mani nel corso degli anni. Potete far questo, o fidarvi di me. Che sulla sua tomba -non per pietas religiosa, ma per sincera e totale ammirazione artistica- son passato ben due volte. E che in quelle due visite ha ricordato la bellezza abbagliante del Re Lucertola, e le stupende canzoni che ci ha lasciato. Una -immancabile nella mia adolescenza- e' questa, rifatta da millanta artisti (no, cazzo: Blasco non l'ha mai fatta. E infatti ho detto artisti), ma mai come la cantava Jim, e introdotta dall'indimenticabile annuncio dello speaker: "Ladies and gentlemen! From Los Angeles, California... The Doors!":
Barney
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