Paco Ignacio Taibo II (da ora in avanti PIT II) e' uno dei miei scrittori preferiti, eclettico ma sempre piacevole da leggersi. Mi sono avvicinato, quindi, con ottima predisposizione d'animo alla lettura della sua ultima fatica romanzesca, uscita quest'anno per i tipi di Tropea in concomitanza con il centenario della morte (da suicida) di Emilio Salgari, il creatore della saga di Sandokan e di mille altri personaggi protagonisti della fanciullezza di generazioni di italiani (me compreso, cresciuto con un libro in particolare sotto il cuscino: "I figli dell'aria").
L'avere amato "Ombre nell'ombra", "Eroi convocati", "Giorni di battaglia" e "Il fantasma di Zapata", l'avere acquistato anni fa la monumentale biografia di Ernesto "Che" Guevara "Senza perdere la tenerezza" e non averla ancora letta non mi possono pero' esimere dal dare un giudizio spassionato su questo libro definito da PIT II un "Pastiche salgariano": il romanzo e' orrendo, spezzettato in mille micro capitoli, spesso senza una logica di fondo, con promesse e premesse iniziali mai mantenute. E alla fine del libro se ne capisce la ragione: il volume e' frutto di quattordici anni di scrittura, spezzettati tra Citta' del Messico DF, Gion, Barcellona e chissa' quali altre citta' mi dimentico. E lunghe pause tra una pagina scritta e l'altra, cosi' che ciascun capitolo e' poco piu' lungo di due pagine scritte grosse...
L'idea di fondo e' il pastiche letterario, la commistione di personaggi e generi, arte in cui eccelleva Philip Jose' Farmer, lo scrittore di fantascienza e di fantastico giustamente omaggiato da PIT II nell'introduzione. Ma il risultato e' anni luce lontano dal divertentissimo "Il diario segreto di Phileas Fogg", in cui Farmer ha riletto alla sua maniera "Il giro del mondo in 80 giorni" di Jules Verne.In giro si trovano alcune recensioni del romanzo di PIT II, da quella "politica" di Fabio Negro (sicuramente un fascista, per usare il suo metro di giudizio), che dopo essersi lanciato contro la lettura politica di Sandokan e Yanez data da PIT II (due antiimperialisti, secondo il buon Paco) elenca puntualmente le innumerevoli incongruenze e gli errori pacchiani compiuti da PIT II rispetto alle vere storie di Sandokan e Yanez, a quella ironica ma non meno puntuale che si puo' leggere sul "Giudizio Universale". Sul sito del mensile, Dario De Marco immagina una intervista con Salgari, il quale si dice profondamente deluso (per usare un eufemismo) e lontano dall'operazione-PIT II. La sostanza e' comunque quella: "Ritornano le Tigri della Malesia" rappresenta il peggior libro che PIT II ha scritto sino ad oggi, e non merita assolutamente il prezzo di copertina.Barney
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