Io adoro la citta' in cui vivo. E' a misura d'uomo, e' tranquilla, permette di dimenticarsi dove s'e' posteggiata l'auto tre o quattro giorni prima (per ritrovarla bisogna attivare la bestemmiatrice a manovella, peraltro), assicura una certa protezione ai figli, che puoi tranquillamente lasciar uscire ad ogni ora del giorno e della notte, con una ottima probabilita' di rivederteli tornare indietro. Interi. E non stonati.
Ma -come adoro la citta' in cui vivo- odio i periodi di festa, in cui la gente delle zone circostanti si fionda nel centro storico come mosche sul miele, alla disperata ricerca di qualcosa da comperare. Qualsiasi cosa va bene, tanto le luccicanti vetrine delle viuzze del centro attirano i potenziali acquirenti senza alcuna distinzione di sesso, razza, eta' o credo religioso. E' la vetrina in se che attira magneticamente lo sguardo del passante foresto, e poco importa se la merce trattata siano improbabili reggicalze da clamoroso puttanone bielorusso, o aspersori da officiante di funerale cattolico: se e' in commercio, puo' rappresentare un bersaglio lecito per i compratori delle feste, quindi attira l'attenzione.
Allora, in questi periodi, la mia citta' decuplica la popolazione. E questo gia' di per se e' noioso e disturbante.
Ma il fatto che questi abitanti sovrannumerari diurni siano in giro con l'unico scopo di trovare qualcosa da comperare aggiunge un particolare ancor piu' insopportabile. Si assiste, oggi, a flussi interminabili di persone che passano davanti alle vetrine, e che improvvisamente -senza alcuna relazione logica tra vetrina e persona, come gia' detto sopra- si bloccano, a bocca aperta e in mezzo alla strada; ben distanti dalla vetrina, ingombrano la via a chi come me la percorre a manetta sulla sua bici, spesso con figlia sul seggiolino posteriore. Ingombrano la via come i conigli di notte che si congelano sulla strada se un'auto li inquadra con gli abbaglianti.
Peccato che stiacciare un compratore con la bici non sia esattamente come stirare un coniglio sull'Aurelia dalle parti di Alberese, senno' anche questo periodo potrebbe esser divertente...Barney
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