"Universo incostante" e' uno dei piu' bei romanzi di Vinge, ed ha meritatamente vinto il Premio Hugo del 1993. Si tratta di una poderosa space opera di hard science fiction che riesce a mantenere un livello elevatissimo per piu' di 530 pagine.
La premessa "tecnica", che spiega anche il titolo in italiano del romanzo (tra parentesi: diversissimo dall'originale, che e' "A fire upon the deep"), e' che nella nostra galassia vi siano quattro zone "temporali" distinte, concentriche una rispetto all'altra. In queste zone la velocita' massima e' differente: nel centro abbiamo la zona piu' lenta, dove le tecnologie avanzate non funzionano e anche i cervelli degli uomini ragionano peggio. La zona successiva e' la nostra: la velocita' massima e' quella della luce, i viaggi tra sistemi solari sono possibili solo grazie all'ibernazione, i computer sono simili a quelli umani. La terza zona, l'Esterno, rappresenta il campo d'azione iniziale del romanzo: e' possibile superare abbondantemente la velocita' della luce sia con navi che con sistemi di comunicazione, nanotecnologie e intelligenze artificiali dominano ogni manufatto, esistono congegni agrav (antigravita'). Piu' esternamente ancora c'e' il Trascendente, dove la vita esiste come essenza e in pratica siamo sull'Olimpo: i pochi abitanti sono totipotenti o quasi, e infatti sono chiamati "Potenze". Qua la velocita' massima possibile e' ancora superiore, cosi' come l'interazione con qualsiasi strumento computerizzato.
La storia: una spedizione scientifica parte dall'Esterno per esplorare un pianeta che appare disabitato, nel Trascendente. Fortunosamente si scopre, invece, che il pianeta ha ospitato millenni prima una civilta' avanzatissima, e viene ritrovato un archivio informatico sepolto. La spedizione si mette a studiare l'archivio, che in realta' e' una Potenza primeva. In breve la Potenza si risveglia, infesta ogni sistema computerizzato e inizia a far strage dei ricercatori. Gli uomini si accorgono tardivamente del disastro compiuto, e contestualmente scoprono una contromisura. Approntano un tentativo di fuga dal pianeta, ma la Potenza annichilisce una delle due astronavi in partenza. L'altra contiene tutti i bambini ibernati, due adulti e la contromisura. La loro fuga fortunosamente riesce, ma l'astronave si ritrova su un pianeta sconosciuto.
La Potenza si espande inesorabile, alla conquista di centinaia di sistemi solari e alla ricerca dell'astronave fuggita. L'azione viene spesso raccontata da dispacci ultraluce, che -simili a lanci di agenzia- anticipano o chiariscono lo svolgersi frenetico delle cose.
Nel frattempo i fuggitivi atterrano sul pianeta, adatto alla vita ma privo di tecnologia avanzata. Appena atterrati, i due adulti vengono uccisi dagli abitanti del pianeta: canidi intelligenti che vivono in gruppi (meglio: in aggruppi) di piu' individui che formano una entita' multipla ma inscindibile. Grazie al lavoro di equipe, i cani sono riusciti a costruire case, palazzi, navi... Siamo dunque in un Medioevo canino. Gli unici due esseri umani non ibernati sono i due figli degli adulti uccisi, che verranno catturati da due fazioni di cani rivali e li guideranno in una frenetica evoluzione tecnologica accelerata per sconfiggere l'avversario.
La Potenza perversa continua la sua conquista e la distruzione di interi mondi; a contrastarla e' rimasta una sola astronave, che ha intercettato il segnale di soccorso della nave fuggita sul pianeta dei cani e li' si dirige alla disperata ricerca della contromisura.
Tra lotte, guerre e maree temporali, i capitoli si alternano senza soluzione di continuita' e incalzano il lettore sino alla fine, che rappresentera' un nuovo inizio per la civilta' di Artiglio.
Da leggere, sia perche' la trama e' ben congegnata, sia perche' le soluzioni tecniche che giustificano la trama stessa sono perfettamente funzionali al plot. Vinge non tradisce le attese: consiglio caldamente anche gli altri due "Hugo" dello scrittore statunitense: "Quando la luce tornera'", e "Alla fine dell'Arcobaleno".
Barney
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