Qualche giorno fa Fanucci ha ristampato il primo volume della serie "I canti di Hyperion", di Dan Simmons, all'incredibile prezzo di 4,90 Euro. Prima ancora di continuare a leggere le mie bischerate, vi consiglio di correre alla libreria piu' vicina e comperare "Hyperion": saranno i 4,90 Euro meglio spesi in cultura che vi capitera' mai di investire, ve l'assicuro. Gli altri tre volumi -che dovrete leggere, se comperate il primo- vengono via per 9,90 Euro ciascuno. Che se uno pensa al fatto che "Le prime luci del mattino", il mirabolante ultimo volume per bimbiminkia scritto da Fabio Volo, costa DICIANNOVE FOTTUTISSIMI EURO, attacca a smoccolare ora e termina a Pasqua.
Vabbe', su... Lasciamo perdere lo sterco e parliamo di cose serie.
Hyperion e' fantascienza classica, una "space opera" che puo' sembrare riservata agli amanti del genere. Invece no: se non avete mai letto nulla di fantascienza, provate ad iniziare con questo libro qua e -forse, superate le prime trenta pagina- capirete come ci si possa appassionare a scenari e situazioni futuristiche e improbabili, a viaggi in criofuga o attraverso portali di teletrasporto, a guerre tra mondi e civilita', tra uomini, intelligenze artificiali e Ouster (i reietti discendenti dei primissimi coloni umani, che si sono evoluti ed adattati alla vita nomade nello spazio), ad astronavi-torcia o astronavi-albero. Tutte queste cose ci sono, ovviamente, ma rimangono sullo sfondo di un romanzo costruito come il Decamerone di Boccaccio o i Racconti di Canterbury di Geoffrey Chaucer: sette personaggi che raccontano se stessi e la loro vita l'un l'altro, mentre il plot li spinge inesorabilmente verso il pianeta Hyperion, vero fulcro della storia. Il nome del pianeta e' anche il nome di una delle opere di Jonh Keats, il poeta romantico inglese morto ventiseienne di tisi in Italia nei primi anni del 1800. E Keats e' uno dei personaggi protagonisti della storia, in forma di ibrido uomo-macchina. I sette pellegrini hanno come meta finale le tombe del tempo, un luogo su Hyperion dove il tempo scorre a ritroso dal futuro remoto verso un presente ignoto. A difendere le tombe del tempo c'e' lo Shrike, un essere mostruoso che dilania ed impala le proprie vittime su un albero metallico di spine. Shrike e' il nome inglese dell'averla, un uccello che uccide dilaniando piccoli animali, i quali vengono poi impalati su spine di arbusti. Ma la parte veramente imperdibile del libro sono -come gia' detto- i racconti dei sette protagonisti. I personaggi sono diversissimi, e diversi risulteranno i legami di ciascuno con Hyperion e con lo Shrike, in un crescendo di tensione che non si sublima in un finale chiuso, ma rimanda alla lettura dei volumi successivi. I sette metteranno a nudo loro stessi, le loro paure, i loro drammi personali, i dolori che ciascuno ha passato per arrivare sino li'. E' difficile non rimanere colpiti dai repentini e magistrali cambi di registro che Simmons riesce a gestire con mano ferma e sapiente: ad ogni racconto sembra veramente di sentire il protagonista che recita la storia con la sua voce, diversa da quella che l'ha precetudo e da quella che lo seguira'.Leggetelo, il libro, e scoprirete le storie di Rachel, la figlia del ricercatore Sol Weintraub; di Lamia e dell'androide Jonh Keats, di Siri e del suo mondo in cui i delfini dominavano i mari, del soldato Kassad che ama un'ombra elettronica incontrata per caso durante una simulazione di battaglie, del prete cattolico Padre Hoyt, che su Hyperion trovera' la sua croce... Racconti incredibili per la loro visionarieta', ma allo stesso tempo romantici nel senso letterario del termine, che non si possono rinchiudere nel ristretto recinto della fantascienza: questa e' letteratura, perdio! E di livello eccelso!
Barney
Nessun commento:
Posta un commento