11.11.04

Come si vincono le elezioni, in America?

A una settimana dai risultati ufficiali (?!?) posso tentare di dare una risposta ragionata, tanto l'han gia' fatto in molti...

Bene; intanto aiuta moltissimo essere il Presidente uscente. La statistisca e' dalla parte
del vecchio Leader. Di recente, a perdere le elezioni da Presidente uscente c'e' riuscito solo Bush padre.

Allora, abbiamo detto che essere stato Presidente la volta prima e' un ottimo punto di partenza (per una serie di motivi, anche pratici: hai in mano la presidenza del Senato, puoi nominare alla Corte Suprema i tuoi amici, hai la possibilita' di concentrare provvedimenti legislativi ad effetto nei mesi immediatamente precedenti le elezioni[1], e cosi' via).

Se a questo fattore si aggiunge il fatto di essere il Primo Presidente degli USA che ha dovuto far fronte ad un attacco militare sul suolo americano, cominciamo a mettere sulla bilancia dei bei pesi.

Se, inoltre, dopo l'attacco subito (che e' stato nel 2001, quindi tre anni fa, NON ieri l'altro), non si fa altro che dichiarare guerra a mezzo mondo e ripetere ossessivamente il mantra "Pericolo Terroristico, Siamo Sotto Attacco" ogni benedetto fine settimana, in modo che alla fine anche il piu' coraggioso cowboy della California comincia a credre che magari puo' essere vero che gli Stati Uniti sono in pericolo mortale, bene: ce l'avete quasi fatta.

E' chiaro, vi serve una mano dai vostri avversari politici: non sono dei cretini, e dopo l'attacco terroristico sanno quanto voi (anzi, meglio di voi) che le loro speranze di vittoria alle successive elezioni sono vicine allo zero. E allora, perso per perso, tanto vale far correre la corsa ai ronzini sfiatati, piuttosto che ai preziosi purosangue.

Chi ha seguito le primarie del partito democratico sa di cosa parlo: sin dall'inizio nessuno era in grado di capire quale fosse il candidato appoggiato dalla base.
Il buon Michael Moore, dapprima puntava su Clark, l'ex generale NATO convertito all'ala di centro del movimento democratico. Per quel che puo' contare, credo sia stata l'unica cosa che Moore ha azzeccato nella campagna elettorale: Clark era l'unica pedina seriamente in grado di impensierire Bush. Dopo la sconfitta di Clark, tutti sul carro di JF Kerry, e tutti a spingere il JFK de noantri a scegliersi Edwards come vice.
Che poi il JFK di cui sopra, a schede non ancora scrutinate si affanni a riconoscere la sconfitta, non deve stupire piu' di tanto, a 'sto punto...

Per esser certi del risultato positivo vi manca davvero poco. Il cocktail ha bisogno solamente di un po' di sano fondamentalismo cattolico (ma non era IL male, il fondamentalismo religioso?), stimolato e veicolato attraverso l'altro mantra elettorale di GWB: "No all'amoralita', no al matrimonio tra gay, no alla ricerca sulle cellule staminali. Ah, per vostra informazione, JF Kerry non e' d'accordo con queste affermazioni...".

Bene, avete il vostro cocktail:
  • una parte di paura dell'arabo terrorista

  • una parte di paura di perdere del vostro avversario

  • una parte di paura dell'avvento di Satana da parte dei fondamentalisti ultraordotossi
Mischiate il tutto, versate in un thumbler, aggiungete un'olivina et voila', le elezioni NON le potete perdere nemmeno impegnandovi allo spasimo.



[1] ad esempio se sei il premier italiano, puoi promettere per cinque anni filati che ridurrai le tasse, poi eventualmente puoi farlo per davvero solo nel 2006, cioe' l'anno in cui si vota. Facile, no?

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