13.5.10

I miei tre neuroni

Domenica sera mi e' capitato l'ultimo -per adesso- di una serie di episodi che mi han fatto seriamente dubitare (per cinque secondi buoni) dello stato dei miei neuroni.

Racconto l'episodio in sintesi: mi trovavo in una tavola calda che fa anche da alimentari, per comperare della roba. Il locale era assolutamente vuoto, a parte me, un cameriere e una coppia di mezza eta' seduta a cenare.

Acquisto quello che devo acquistare, pago, e mentre prendo la roba per andarmente afferro un "Ma e' BP!". Mi giro, mi guardo attorno ed essendo solo io li' dentro, ed avendo distintamente udito il mio nome inizio a preoccuparmi: o sono diventato Giovanna d'Arco che sente le voci, oppure si profila l'ennesima figura di merda con qualcuno che non riconoscero'.

"Oh, BP, ma ci riconosci? Vieni qua!". Erano ovviamente gli unici due avventori. Li guardo, e un barlume minuscolo di consapevolezza di averli gia' visti da qualche altra parte brilla nel vuoto cosmico della mia corteccia cerebrale; una lucciola in una notte di Luna nuova, niente piu'.

Mentre mi avvicino, rispondo l'unica cosa che si puo' rispondere in questi casi: "Certo che vi ho riconosciuti!".

[Si, si, come no? Col cazzo che vi ha riconosciuti...]

E frullo nella mia testa a velocita' ultraluce tre o quattro possibilita'. Quella che mi pareva piu' probabile non regge il tempo che mi occorre per fare due dei quattro passi necessari per arrivare da loro.

Nel frattempo la signora si e' alzata e mi dice che sono sempre uguale, sembri quelli di un tempo, e bada li' dove ci si doveva ritrovare, e dàmmi un bacio, e come va, e via andare. Focalizzo di nuovo e finalmente trovo quella che -con una probabilita' dell'80%- dovrebbe essere la collocazione spaziotemporale dei due nella mia vita passata. Si tratta -forse- dei gestori di un bar che ho frequentato per qualche tempo durante l'universita', oramai DICIASSETTE anni fa.

Si, man mano che la conversazione va avanti la cosa diventa certa, fino a che azzardo addirittura un "Ma che ci fate voi a Lucca? Pisa non la frequentate piu'?" che mi da la certezza di averci azzeccato. Ci salutiamo, con loro che continuano a chiamarmi per nome, e io che ovviamente non ricordo i loro ma che son diventato abbastanza bravo nel districarmi in queste situazioni e reggo bene la botta.

Le morali della vicenda sono molteplici:

  1. non sono completamente rincoglionito
  2. evidentemente invecchio bene / porto bene i miei anni. Da questo punto di vista la signora Panofsky e' anche meglio. Ah, non solo da questo punto di vista :-)
  3. ho un problema nel ricordarmi i nomi, che pensavo fosse grave perche' riguardava solo me. Invece stasera ho avuto il piacere di constatare che due miei ex compagni di corso sono nella mia stessa condizione: non si ricordano i nomi dei due. E queste son piccole soddisfazioni. Soddisfazioni triplicate dal fatto che mezz'ora fa m'e' tornato in mente il nome della donna. Uno su due, e ci son voluti solo TRE giorni. Barney Panofsky mi fa una sega.
  4. soprattutto, lavorare come Commerciale mi ha fornito di una discreta faccia tosta, utilissima anche in queste situazioni.

Ah, c'e' un ultima morale, che spiega parzialmente anche la mia defaillance di riconoscimento facciale all'inizio della storia:

se diciassette anni fa avevi i capelli neri tendenti al grigio, non puoi pretendere che ti riconosca dopo che ti son diventati bianchi e tu te li sei tinti di GIALLO canarino, c_a_z_z_o! Vabbe' averci i poteri extrasensoriali, ma c'e' un limite a tutto!

 

BP

 

 

 

Posted via web from panofski's posterous

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