30.9.10

Inception

Sono stato a vedere "Inception", ieri sera.

Il film è stato accolto da una serie di critiche buone o buonissime, sicuramente alcune solo perché il regista e' Christoper Nolan, che ha diretto "The dark knight" rinverdendo, ce ne fosse stato bisogno, il culto per Bruce Wayne / Batman.

La sinossi in breve: in un futuro non troppo lontano alcuni sono in grado di entrare nei sogni delle persone per rubare idee e pensieri. Il procedimento inverso, ovvero innestare nella psiche di un soggetto una idea nuova, è difficilissimo. Dom Cobb (Leo Di Caprio), un bravissimo "ladro di sogni", viene arruolato da un ricchissimo magnate giapponese proprio per instillare, nella mente del suo giovane avversario in affari, una idea che farebbe crollare il suo impero economico, a tutto vantaggio del giapponese.

Questo in sintesi il plot. Che è evidentemente frutto di intense letture Dickiane da parte di Nolan (che in questo film e' regista maanche produttore, maanche scrittore della trama), e la cosa è fortunatamente evidente anche a chi ha sentito parlare di Dick solo attraverso "Blade runner". Piani di realtà diversi ed ambigui, tempi asincroni ma coordinati al secondo, uso smodato di droghe, simbolismo a gogò permeano quasi ogni scena del film, ed è davvero impossibile -ad esempio- non pensare all'unicorno origami quando si vede la trottolina girare. O togliersi dalla testa di trovarsi davanti ad un remake di "Total recall" e dei suoi impianti cerebrali. O ad un "Paycheck" rifatto a distanza di pochi anni dall'originale. O ancora a "Minority report" in cui il protagonista non cambia faccia solo grazie ad una iniezione di botulino.

Qualcuno, più giovane di me, ci ha visto il primo, bellissimo "Matrix". Ovvio, ma "Matrix" deve a Dick tanto quanto "Inception", quindi sempre a Philip K. Dick si torna.

Oh, intendiamoci: il film è assai bello, godibile e divertente. Da vedere di sicuro. Puoi parlarci ore sopra, sicuro di riuscire a dire cose mai dette prima. Ci puoi vedere una metafora fiolsofica di tutto quel che ti pare: la vita, l'universo e tutto quanto, la morte, la realtà e il trascendente. La colpa, il perdono, l'espiazione e la catarsi. Tutto.

Ma -come già abbondantemente detto- questo "tutto" a me pare molto un deja vu uncredited.

In estrema sintesi: "Io sono vivo, voi siete morti".

 

BP

Posted via email from panofski's posterous

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