22.6.11

Germania-Marocco uno a zero

Domani iniziano gli esami di maturita', e come tutti gli anni mi ritorna in mente il mio esame, che mi regalo' -venticinque anni fa...- i miei secondi quindici minuti di notorieta'. S'era, anche a quei tempi, alla fine di giugno, ed era il giugno 1986. Anno di Mondiali di calcio, in Messico. Giocati da una nazionale italiana "bastarda", un incrocio contronatura tra i campioni di Spagna 1982 e la bella nazionale Under 21 di Vicini. Come tutte le chimere, si dimostro' una brutta squadra, meglio sicuramente di quella dell'anno scorso, ma poco guardabile e con un gioco inconcludente.

Si da' il caso, comunque, che la sera prima del tema di italiano ci fosse l'ottavo di finale tra l'Italia e gli odiati cugini francesi, che a quei tempi le rimediavano sempre dagli azzurri. Quell'anno pero' c'era Platini che giocava da vero re, e nessuno avebbe scommesso dieci lire sulla nostra nazionale. Per effetto del fuso orario, le partite si giocavano a notte inoltrata, e Francia-Italia mi pare fini' verso mezzanotte. Con la sonora e giustissima sconfitta degli azzurri per due a zero. Gol di Platini e un altro a caso dei galletti, e Italia a casa.

La mattina dopo inizia quindi la mia maturita', col tema di italiano di cui non ricordo nulla se non che lo feci semibendato e  con una mano legata dietro la schiena (non credo d'avere mai preso un voto inferiore al sette in tutta la mia carriera scolastica, ad un tema). Finii abbondantemente prima del tempo concessoci, e mi misi addirittura a rileggere la brutta e a ricopiare il tema in bella. Cosa che penso d'aver fatto tre volte in vita mia (lo sapete: di secondo nome faccio "Boria"). Bene, a un certo punto mi ruppi di stare li a fare ammuina, radunai tutti i fogli, presi le mie carabattole e dopo avere consegnato il tema me ne uscii, non senza avere prima rassicurat il membro interno (la mia prof di Filosofia) che non c'era alcun problema, avevo fatto quel che dovevo e fossi rimasto anche altre due ore li' dentro non avrei aggiunto niente a cio' che gia' avevo scritto. Ero ovviamente il primo ad uscire, ed ero assolutamente solo per le scale che portavano all'uscita. Mentre mi dirigevo verso la moto, mi avvicina una mia amica, che faceva ai tempi la praticante giornalista. Era stata mandata a fare il pezzo classico sull'esame, al liceo che pure lei aveva frequantato qualche anno prima. Mi vede, e mi intervista (non essendoci altri studenti in giro, non e' che avesse tutta quella scelta...). Mi fece le domande classiche "Come erano le tracce? Quale hai scelto? Come l'hai svolta? Eri teso,, stamani?" e via cosi' di robe che andavano in automatico: una domanda scontata, una risposta da manuale.

Poi, alla fine, la giornalista sforno' dal cappello la domanda che genero' la risposta che mi rese famoso per due o tre menutini, il giorno dopo. E che, soprattutto, si trasformo' nel titolo a tutta pagina del servizio in cronaca locale.

La domanda, chiaramente, fu: "Ma ieri sera, l'hai vista la partita dell'Italia?" La mia risposta, assolutamente candida e sincera fu. "Certo, e ho visto anche Germania-Marocco". Per la cronaca mentre non ricordo quasi nulla della partita della nostra nazionale -a parte il gol di Platini-, ho la vivida memoria di un Marocco derubato dai crucchi che vinsero per uno a zero con golasso di Mattheus a una manciata di minuti dalla fine.

In ogni caso, il titolo a nove colonne fu "Ho visto anche Germania-Marocco". Che non fu male, per un pezzo che parlava di maturita' scientifica...

 

Barney

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