Ieri sera m'e' capitato, ascoltando alla radio "la Zanzara" di avere una illuminazione potente, grazie all'intervento di un quasi-giovane che ha chiesto di intervenire sull'incontro che Napolitano ha concesso al manipolo di studenti che contestavano la -rotfl- riforma Gelmini. Chi ha telefonato era sicuramente un ex elettore di AN passato al PdL (si notava una preparazione politica "old sytle" che i forzisti giovani non hanno. I vecchi sono invece carrozzatissimi, essendo in genere ex qualcosa: socialisti, comunisti, dicci' e via andare).
Con un tono pacato e sicuro ha espresso un solo concetto, ma chiaro: protestava perche' il Presidente aveva concesso udienza ai manifestanti, in quanto essi non rappresentavano nessuno, non essendo stati eletti negli organi rappresentativi preposti (senato accademico e consulte varie). Diceva: "Perche' Napolitano ha ricevuto loro e non me o gli altri che, votati in regolari elezioni, rappresentiamo i nostri atenei?".
Non mi pare si possa obiettare niente a una critica del genere; e' pero' obbligatorio per chi fa politica a sinistra, o anche per chi solo vota PD e robe simili riflettere su cosa cio' significhi. Io ho immediatamente pensato che se gli studenti che sono andati da Napolitano non erano rappresentanti eletti dalla base degli universitari c'era un enorme problema di rappresentanza, anzi due:
- quello di definire chi caspita rappresentassero, i dodici apostoli ricevuti da Napolitano e signora, e
- quello di pensare a chi li poteva rappresentare politicamente.
Per il primo punto: se questi non son nemmeno rappresentanti studenteschi, come pretendono di poter assurgere a portavoce della "base"? Chi gli ha delegato la rappresentanza? La risposta potrebbe essere "le assemblee degli occupanti". Ma sarebbe la risposta sbagliata: l'Universita' ha organi democratici di rappresentanza anche in condizioni "normali", quando non ci sono occupazioni. Ed e' in quegli ambiti che si fa protesta e si portano avanti le riomstranza contro la riforma. Anche perche' le assemblee di occupazione non sono certamente gremite. In ogni caso, il radioascoltatore aveva perfettamente ragione, e Napolitano ha sbagliato ad accoglierli come portatori di istanze condivise.
Il secondo punto e' piu' delicato, perche' da una assenza di rappresentanza politica in periodi di crisi puo' venire fuori una protesta anche violenta che non e' possibile controllare. Ma a parte questo fatto -che e' comunque grave- mi pare di poter dire che se questi qua sono andati dal Presidente e' perche' hanno ora come ora difficolta' a trovare dei riferimenti politici con cui confrontarsi. Non c'e' piu' il Bertinotti, Vendola parla per immagini alte ed auliche che spesso confondono l'uditorio, Bersani e il resto del PD ondeggiano di qua (barra a sinistra!) e di la' (tutti al centro!) a seconda del tempo atmosferico e dei risultati del campionato di calcio. Insomma: agli studenti che sono scesi in piazza pare che nessuno li possa rappresentare degnamente nello scenario politico attuale, tanto che han preso le loro gambe e se ne sono andati da soli da Napolitano.
Tutto questo porta, alla fine, ad una amarissima considerazione: in assenza di idee E di persone che le portano avanti sara' difficile per la sinistra togliersi dal pantano in cui si e' da sola infilata sedici anni fa. E non mi si dica che il PD ha la sua proposta per la riforma universitaria, perche' l'ho letta e -francamente- e' aria fritta.
Musica ascoltata durante la scrittura di questo pezzo: Radiohead 1 e 2.
Barney