20.5.11

Machete

Ricordo quando, circa vent'anni fa, uscii dal cinema dopo aver visto "Il cielo sopra Berlino". Le persone si interrogavano sul significato recondito che Wim Wenders aveva nascosto nei meandri della pellicola: "ma avra' voluto raccontare della caducita' della condizione umana, oppure del misticismo che vince contro il meccanicismo dilagante?"


Io, e con me uno solo dei miei amici dell'epoca, commentavo cosi': "m'importanasega di quel che vuole dire il regista! A me basta che il film trasmetta sensazioni positive, che si lasci vedere con piacere, e che sia girato tecnicamente bene!"

Il commento si attaglia alla perfezione a "Machete".

Machete
Il film di Robert Rodriguez -il sodale di Tarantino- e' un capolavoro assoluto non solo nel suo genere (in qualunque genere vogliate comprimerlo: splatter, western, mariachi, poliziesco. Fate un po' voi, per quel che importa...), ma proprio come archetipo di quel che dovrebbe essere una pellicola: divertimento puro dall'inizio alla fine, senza mai stare a chiedersi se la Jessica Alba avesse voluto alludere a qualche scritto di Schopenauer, mentre parlava con la Michelle Rodriguez. O se Robert De Niro in versione-senatore sudista non politically correct possa alla fine veicolare un messaggio positivo (spoiler: no, direi che De Niro veicola messaggi negativi per tutto il film, comunque Nemesi avra' la sua bastarda vittoria alla fine). 

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Puro genio in ogni scena. E capacita' -rarissima di questi tempi- di trascinare tutta la sala in urla e battimano continui durante l'intero film. Una cosa che a memoria mia (che ero di certo il piu' vecchio del cinema) era accaduta solo per "The Blues Brothers".
E' da vedere, "Machete", perche' vi libera il cervello e il cuore da pensieri e preoccupazioni per un'oretta e mezza, e veramente rilassa e rasserena meglio di un bagno caldo. Se volete staccare, e' quello che fa per voi.
Attenti solo a non restare troppo attaccati alla storia, altrimenti vi ritroverete come e' successo a me a ridere come idioti sul treno, mentre pensate a Danny Trejo che sfugge ai suoi assassini usando una corda improvvisata. Della quale corda non diro' altro, se non che la scena ha provocato l'ovazione piu' grande in sala, assieme a quella della moto con Gatling impiantata sul manubrio.

Giudizio sintetico: splendido, un "Kill Bill" con l'overboost sempre acceso.

Barney

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