7.3.12

Sport, morte e conformismo sessuale. (Due olive, e shakerare bene...)

E' un paio di giorni che ho in mente di provare a mischiare per l'ennesima volta il culo con le quaranta ore, e derivare da un episodio locale l'aggancio per uno nazionale, e da qui assumere una specie di teoria unificante del tutto che spieghi almeno in parte perche' in Italia esistono cosi' tanti coglion- leghisti.

Parto pero' dal "nazionale", che vien meglio e mi interessa meno. Il "nazionale" e' la morte di Lucio Dalla. A me Dalla e' sempre piaciuto poco. Confesso che, tredicenne, fui affascinato dall'ascolto di quel misterioso disco che fu "Dalla", ma l'infatuazione fu una roba da scuole medie, subito soppiantata da robe meno raffinate e piu' dure. Ma lasciamo stare l'aspetto artistico, e soffermiamoci un poco sul cote' privato dell'artista: tutti sapevano che era omosessuale, nessuno giustamente ne parlava, gli e' stato -ancora piu' giustamente, visto che era credente- concesso un funerale cattolico celebrato a San Petronio in pompa magna, con omaggi e ricordi di tutti. Quello appassionato del compagno ha scandalizzato molti, e alcuni commenti hanno dato il destro a fascisti della penna come Littorio Feltri e compagnia scrivente per urlare allo scandalo di una certa sinistra che fa outing per procura, o che costringe il morto all'outing. Oltre che fornir spazio per affermare che no, loro mai contro i froci gli omosessuali, ma insomma, i normali siamo noi, veh? L'omosessualita' tranquilla e serena di Dalla ha inoltre permesso a un conduttore di radio Padania di affermare che il cantautore era si di Bologna, ma il fatto d'avere avuto la mamma terrona spiegava certe sue estrosita' non certo tipiche d'un padano purosangue. No, vero: i padani purosangue li castrano a tre anni, li aggiogano fino ai dodici, e poi ci viene uno stracotto da leccarsi i baffi, dice... Vabbe', il tema e' chiaro: in Italia anche nel 2012 non ci si puo' permettere di essere serenamente omosessuali, perche' la cosa non viene digerita per nulla bene.

Veniamo al "locale". lo stesso giorno in cui Dalla veniva accompagnato dalla folla sterminata al camposanto, io ero con un altro migliaio di persone a vedere una partita dello sport preferito da Lucio, il basket. Era una partita di alta classifica di Serie A1 femminile, la squadra della mia citta' contro le campionesse d'Italia, vincenti all'andata per un paio di canestri, e soprattutto post partita incandescente con l'allenatore delle mie ragazze assalito dal Presidente della squadra avversaria per chissa' quali motivi. Vabbe', diciamo che la partita era sentita da ambo i lati e ci capiamo. La partita e' stata stupenda, con le campionesse d'Italia a rincorrere sempre, per tutta la partita. A inizio quarto quarto entra un manipolo di tifosi di calcio. Entrano intruppati, compatti, urlando slogan pro-squadra locale. E si piazzano sopra di me. La partita va avanti punto a punto, le avversarie passano in vantaggio ma siamo sempre attaccati, il tifo e' assolutamente corretto... A parte quello del manipolo di tifosi di calcio, che prendono di mira una lunga avversaria e la iniziano ad insultare chiamandola "lesbica", "uomo"... Anche "troia", ma quello meno: era evidente che l'intento era quello di solleticare il sospetto che la ragazza fosse omosessuale. E quindi "anormale", "schifosa", fate voi. Io ero li' vicino, e non ho potuto non sittirli tre o quattro volte. E devo dire che pure il nostro presidente e' intervenuto. Pure lui con scarso successo.

I due episodi, completamente scollegati, fanno comunque una bella accoppiata omofoba, che si spiega in molti modi (siamo un paese ultracattolico, siamo un paese ultraignorante culturalmente, siamo un paese di machi, siamo soprattutto un paese di leghist- coglioni, tutto questo assieme piu' qualcosa di altro...), ma che rimane purtroppo un tratto distintivo di una societa' che anche per questo e' veramente alla frutta.

Mi rimane pero' da raccontare come e' finita la partita. Sul 62 pari, a 11 secondi dalla fine, Schio perde palla in attacco. Rimessa per Imma Gentile, che cincischia orrendamente col pallone in una entrata senza senso e sirena che decreta il supplementare. Nei cinque minuti successivi succede di tutto, con Schio che arriva ad avere anche 5 punti di vantaggio grazie soprattutto a Liron Cohen, immensa play israeliana che schiantava qualsiasi difesa le si parasse davanti. Un paio di triple da una parte e dall'altra avvicinavano le mie bimbe alle avversarie, ma l'inesorabile orologio costringeva le nostre al fallo sistematico per sperare nel miracolo. A 7 secondi dalla sirena l'ennesimo fallo sulla Cohen la mandava in lunetta, sul 79-78 per Schio, a cercar di sigillare la vittoria. Messo dentro il primo, Liron sbagliava incredibilmente il successivo, e il rimbalzo conseguente veniva smanacciato fuori campo da una sua compagna. Con meno di 5 secondi sull'orologio, Andrade rimetteva ancora su Gentile, la quale partiva in palleggio e...

Il resto qui.

 

Barney

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