Arrivo ultimo, ma spesso arrivare ultimi e' un bene: hai davanti il quadro completo, hai riflettuto sulla cosa, hai sentito le due campane e -insomma- dovresti aver capito qualcosa, se non tutto.
La questione e' -detta semplicemente- la linea editoriale di Urania (rivista mensile di fantascienza, edita da Mondadori e diretta da Giuseppe Lippi), e nello specifico il fatto che tutti i romanzi pubblicati che superano le 350 pagine sono stati (in passato) e continueranno ad essere (in futuro) tagliati di una percentuale variabile di testo (sino al 20%, e scusate se e' poco) per farli rientrare nella lunghezza-tipo.
Il caso e' esploso in pieno agosto, sul sito della Mondadori: la presentazione del bel romanzo di Vernor Vinge "
Alla fine dell'arcobaleno" e' stata commentata a un certo punto da tal "Raviolo" cosi':
# RavioloAgosto 18th, 2010 at 20:30Il libro l’ho finito. Ma mi è venuto un terribile dubbio (nonostante ho visto che la traduttrice sia una delle migliori in circolazione), vista la molteplice presenza di passaggi piuttosto oscuri e ambigui. Viene il dubbio che le spiegazioni di contorno siano state prosciugate o sforbiciate, e chiedo quindi al Sig. Lippi, è stato sforbiciato il libro? Ho notato che non solo io ho il dubbio in questione.Immediatamente, si aggiungono altri commenti che ipotizzano tagli piu' o meno consistenti: Darkyo, Nick, Kronos H e via andare, in un crescendo di reazioni che -a mio avviso- si sono sempre mantenute sul piano della correttezza e della assoluta educazione. Potete controllare da soli
qui.
Il succo di moltissimi dei commenti e': "
OK, abbiamo capito che per motivi economici non potete stampare volumi piu' lunghi di 350 pagine mantenendo l'abituale prezzo di copertina. Ma allora potreste variare il prezzo stesso, oppure spezzare in due volumi il romanzo, o ancora indicare chiaramente sulla copertina che il romanzo non e' la versione integrale, o infine evitare -nel caso tutte le altre soluzioni siano impraticabili- di acquistare i diritti di pubblicazione di romanzi che superino le 350 pagine". Mi pare che tutte le soluzioni proposte avessero una loro logica ragionevolezza, e soprattutto fossero oneste con i lettori di Urania.
Ma il giorno 19 agosto interviene nella sezione "commenti" del sito di Urania il Direttore, Giuseppe Lippi. L'intervento, lungo e articolato e' -come dire?- a gamba tesa, e si puo' sintetizzare citando un grande della nostra letteratura:
C’era una volta un Re cche ddar palazzo
mannò ffora a li popoli st’editto:
- Io so’ io, e vvoi nun zete un cazzo,
sori vassalli bbuggiaroni, e zzitto.
Io fo ddritto lo storto e storto er dritto:
pozzo vénneve a ttutti a un tant’er mazzo:
Io, si vve fo impiccà, nun ve strapazzo,
ché la vita e la robba Io ve l’affitto.
Chi abbita a sto monno senza er titolo
o dde Papa, o dde Re, o dd’Imperatore,
quello nun pò avé mmai vosce in capitolo -.
Co st’editto annò er boja pe ccuriero,
interroganno tutti in zur tenore;
e, arisposero tutti: E’ vvero, è vvero.
(G.G. Belli)
Insomma, pare che a un certo punto Lippi abbia pensato: guarda te questi lettori, che si permettono di fare confronti tra la versione originale e quella da noi pubblicata, e si lamentano perche' alcune frasi vengono tagliate! Urania e' cosi', lo e' stata in passato e lo sara' in futuro. Se non volete comperarla, liberissimi; noi non possiamo evitare in alcun modo i tagli per tutta una serie di motivi tecnici (comprensibili). E -cosi' finisce Lippi- sappiate comunque che questi tagli, o meglio: queste "asciugature del testo" vengono sempre concordate con l'autore.
Qualcuno chiede conferma almeno di questa cosa: e Lippi conferma: i
tagli sono concordati.
I lettori della rivista diretta da Lippi, pero', son davvero buffi, curiosi e rompicoglioni, un po' come le piattole. E uno di loro prende e scrive a Vernor Vinge, chiedendogli lumi sui tagli "concordati" con Lippi o chi per lui. Vernor legge la mail, si stupisce,
si incazza come un facocero e risponde che nessun cazzo di taglio e' stato mai concordato con lui.
La cosa -e' ovvio- viene posta all'attenzione di Lippi, che allora dice che i tagli e' evidente che non sono stati concordati con l'autore, ma con il suo agente. Il solito rompicoglioni -che deve avere parecchio tempo da perdere- non lascia passare nemmen cinque minuti: prende e scrive pure all'agente di Vinge. Che risulta all'oscuro di tutto, esattamente come il suo scrittore. Nuova comunicazione elettronica su vari blogzs, e nuovo cambio di versione di Lippi: beh, l'asciugatura l'abbiam discussa con il rappresentante italiano dell'agente di Vinge.
Ora, a me francamente non interessa venire a capo del fatto che Vinge (o un suo rappresentante editoriale) sia stato o meno informato dei tagli. Interesserebbe, pero', sapere cosa acquisto, quando in edicola compero Urania.
E mi pare di capire che se il volume ha 350 pagine precise, tutte riempite dal romanzo del mese, e' piu' che probabile che tale romanzo sia stato "asciugato". E quindi in futuro non acquistero' quegli Urania: asciugare con le forbici mi pare una cosa bruttina.
Per non parlare dei Direttori arroganti...
Altri che hanno scritto di piu', e meglio, sull'argomento:
Niccolo'Iguana JoMalpertuis
McNabBP
Posted via email from panofski's posterous