27.1.11
Non leggere questo Blog!: Non può essere.
26.1.11
The dark side of Bunga Bunga
Nell'affaire "Ruby", che vede coinvolto per l'ennesima volta il nostro Presidente del Consiglio Grand'Ufficial Lup. Mann. nonché DVCE Silvio B. in una storia assolutamente limpida di fango e sterco, c'e' un aspetto che a me ha colpito in maniera particolare, e che mi pare non sia stato mai discusso in precedenza (se non da me con i colleghi a pranzo, ma allora non vale). Debbo fare una premessa: ho letto in treno il malloppone di intercettazioni per qualche giorno, e per puro caso m'e' caduto l'occhi su questo dialogo tra Nicole Minetti e Barbara Faggioli, a pagina 165:
Barbara: e tu?
Nicole: eh, niente, sono qua in piscina...
Barbara: Dove?
Nicole: come, dove?
Barbara: ah, sei rimasta la?...
Nicole: certo
Barbara: mmm come è andata?
Nicole: Benìssimo...
Barbara: si?
Nicole: da dio..(ride)
Barbara: si?
Nicole: mm
Barbara: bene... e, ma non torni?
Nicole: quando ? dove? no. no, no. sto qua... , sto qua, sto qua...
Barbara: ah si?
Nicole: penso di si, non so
Barbara: e Simone?
Nicole: boh, non lo so, è a Milano lui...
Barbara: ah...
Nicole: egh... lo vedrò domani...
Barbara: ah, quindi torni domani?
Nicole: eh, beh, si, penso di si... domani o dopodomani...
Barbara: eh... ho capito...
Nicole: te che fai?
Barbara: no, io non riesco a venire... a lui glie l'ho detto che forse non riuscivo a
venire...
Nicole: mmm ho capito
Barbara: lui mi ha detto di andare li.... oggi...
Come si vede, a un certo punto spunta lui. Simone. Si capisce, da questo dialogo, che e' una persona abbastanza vicina alla Minetti. Ci si potrebbe subito sbilanciare e dichiararlo il fidanzato/convivente/ganzo/quello che vi pare.
Ecco: ci sono due ragazze che parlano di quello che e' successo la sera prima, e una chiede all'altra "E Simone?". Cosi' Simone entra nella nostra vita: a pagina 165 del documento che la magistratura di Milano invia al Parlamento perche' gli onorevoli decidano se e' il caso o meno che Silvio sia processato.Prima non c'era, e un attimo dopo eccolo la': Simone.
Simone che ritorna a pagina 203. Ritorna come "Simo", e ritorna in un monologo-fiume che Nicole intrattiene con una amica di cui conosciamo poco o nulla. Il dialogo e' famosissimo nella parte che precede "Simo"; eccolo qua:
No ma infatti ti volevo un attimo briffare sulla cosa., nel senso ..giurami che non ti prende male nel senso cioè ne vedi di ogni cioè te ti fai i cazzi tuoi e io mi faccio i cazzi miei per l'amor del cielo pero' ne vedi di ogni ..cioè nel senso la disperaticion più totale cioè capirai..e'è gente per cui è l'occasione della vita quindi ne vedi di ogni fidati di me punta su A il francese che lui sbrocca gli prende bene e tutto., digli tutto quello che fai.. seconda laurea ..sei stata a ..tre mesi alla Sorbona che anche lui ha studiato alla Sorbona si si si esalta di brutto non entrare nei dettagli o (incomprensibile) vedi cosa hai fatto ..te cosa hai fatto alla Sorbona..hai fatto il corso di francese???? OKmmhh tutte queste cose a lui piacciono ehh cioè .... no no io lo dico nel senso per cioè nel senso per far entrare in simpatia nel senso Meli detto fuori dai denti no .. ci sono varie tipologie di... persone c'è la zoccola, c'è la sudamericana che non parla l'italiano e viene dalla favelas c'è quella un po' più seria c'è quella via di mezzo tipo Barbara Faggioli e poi ci sono io che faccio quel che faccio capito per cui ecco era solo per non confonderti nella massa non sii timida fregatene sbattetene il cazzo e via andare ... ... no no era giusto per... nel senso che perché prima parlavo con Simo no che ovviamente Simo sa dove vado perché non è che gli posso raccontare le boiate no, allora gli ho detto guarda gli ho detto viene su anche la Meli... allora mi fa ..nooo non è che la Meli si prende male perché lei è una brava ragazza perché di qua perché di la ..gli ho detto ascolta Simo ho detto ti prende male di che cosa ??? eehhhh non è che adessocioè voglio dire no, no ma sai., perché poi lui c'ha tutta una sua idea delle cose che comunque è quella che possono avere chi non conosce e chi no sa..capito???
Simo ovviamente sa dove va Nicole (e dove va? A vedere "Baaria" e i comizi di Vendola, pare, no?), e si preoccupa di come La Meli (l'amica) puo' reagire. D'altra parte, se una e' abituata ai cinepanettoni "Baaria" puo' essere veramente mortale, ne convengo...
Altra apparizione della coppia a pagina 276:
Maristelle invita poi Nicole e Simone al compleanno della figlia la prossima settimana
e le chiede inoltre di ivedersi per parlare di un pò di cose
Ancora Simone esce fuori in un dialogo tra "Maristelle" e la Minetti, a pagina 321:
Minetti: anche Simone l'ha detto, mi fa mamma mia, s'è imbruttita un sacco, c'aveva una faccia, due pesti sotto gli occhi...
Infine, ultima apparizione a pagina 385:
Minetti : vediamo, se possiamo
Faggioli: ci facciamo un giretto
Minetti : ho capito, no io sono a casa che Simo è uscito a prendere le sigarette a
prendere al roba da mangiare qua sotto
Faggioli: mh, ma uscite?
Minetti : non credo
Faggioli: no? niente?
Minetti : noo, non ho una gran voglia Baby...
Insomma, m'era venuta voglia (come spero sia venuta a voi) di sapere che tipo fosse, questo Simone. Questo boyfriend che sa quello che fa la Nicole (s'era detto: cineforum e dibattito culturale, no?). Mi aspettavo, lo dico candidamente, un giovane nerd innamorato cotto della Minetti, che l'aveva inseguita da Rimini sino a Milano, e che per amore chiudeva un occhio o magari anche due su alcune serate della sua fidanzata.
Si, buonanotte...
Ecco il manzo con la precedente fiamma, una nota professoressa di filologia romanza di Harvard:
[[posterous-content:pid___0]]Si noti il dizionario "Italiano-UgroFinnico" sullo sfondo della composizione bucolica.
Insomma, il tipo giusto per passare inosservata. Ma non e' tanto il fatto che Simo sia la copia di Corona, che mi inquieta. No: e' quello che fa nella vita, ovvero l'imprenditore che vende (dio mi perdoni E lo fulmini) magliette per cuccare (sic...), che faccio descrivere mirabilmente da questo link di un syto che fa venir voglia di imbracciare uno shotgun e fare una strage gia' dal nome. Mi spiace essere volgare, ma il giudizio sull'idea imprenditoriale e' "cagata pazzesca". Senza se e senza ma.
Insomma, una coppia perfetta per le serate in cui, dopo i'ccurturale gia citato sopra, si passava -ad Arcore- direttamente a i'ccuBo.
Barney
24.1.11
xkcd: Na (Make It Better)
Randall se l'e' presa per la flowchart di "Hey Jude". Ecco la sua risposta, come sempre spettacolare ;->
Barney
23.1.11
Untitled
21.1.11
Autospurgo special edition "Papi chula", all news from the World!!!
Son costretto a riaprire la rubrica di svuotamento pozzi neri, causa ingorgo di news che dall'Italia atterrano in ogni dove. Andiamo dunque a dare un'occhiata alle prime pagine di qualche giornaletto straniero preso a caso da qual che ci offrono le varie rassegne stampa su Web.
Il giorno prescelto e' ieri, 20 gennaio 2011. Andiamo a vedere come parlano di noi.
The Financial Times: Titolo principale "Obama and Hu wrestle on disputes". Roba seria: e' il braccio di ferro (in realta' si parla di lotta, nel titolo!) USA-Cina un po' su tutto, meno forte sui diritti umani... ma che ci volete fare? Business is business. Ma in taglio basso abbiamo LA notizia che ci interessa da vicino e che andiamo a commentare per onor di Patria: "Pressure on Berlusconi heats up after salacious documents leaked". Con un sottotitolo "all'italiana": "PM [NdR: Prime Minister] says he has nothing to be ashamed of". No, Silvio, hai ragione: di che ti devi vergognare? Anzi gran bella prestazione, soprattutto quando in mezz'ora te ne sei ripassate sei. A pago, ma e' un particolare irrilevante: i professionisti han sempre bisogno di uno stimolo economico, per rendere al massimo. Magari hai pure contrattato uno sconto-comitive...
Si parte bene, ma The International Herald Tribune, La Tribune, il Frankfurter Allgemeine Zeitung, e lo Handelsblatt, giornaletti provinciali e tignosi aperti in sequenza subito dopo, non si degnano di parlare del nostro Avgusto Dvce, preferendo bischerate come -ancora? Ebbastaa!!- Obama e Hu, la piccola rivolta in Tunisia per il pane (eddategli i cornetti, no?), un articoletto su Goldman Sachs qua e un pezzettino sull'Euro la'. Robetta, insomma, che qualifica questi fogliacci come buoni ad usi che qui non rammento ma che insomma... s'e' capito.
Le Figaro si adegua alla linea, e osa addirittura stioccare in prima pagina un accenno al fatto che Trenitalia e Veolia stanno costruendo un'alleanza strategica assolutamente vincente, nel trasporto ferroviario europeo. Ma a noi mi dite cosa ci interessano, 'ste notizie? Nulla! Si vòle sapere della Nicole Minetti, diocristo! Les Echos e' addirittura peggio: si azzarda a tritellare i maroni dei suoi lettori con notizie come "Projet Francais d'une petite centrale nucleaire sous l'eau" che non occorre essere stati studenti della Sorbona come il nostro Avgusto Dvce per capire dove vogliano andare a parare (robetta ignobile e inutile ancora una volta. Noi si vole il virile carbone!). Apro senza alcuna speranza pure le prime pagine di Le Monde (come si fa ad aprire con MEZZA PAGINA sulla rivolta in Tunisia, dico io? E con una foto enorme, anche!) e -macchimelofaffare?- The Wall Street Journal. Anche qui, nessun accenno alle performances boccaccesche del nostro degno Dvce. Nulla di nulla su festini, pole dancers, bunga bunga e infermiere procaci.
Peccato: pensavo ci fossimo distinti di piu', stavolta.
E invece rimaniamo dei mediocri guitti, che non son capaci nemmeno di farsi ridere dietro. Solita Italia.
Barney
xkcd: World According to Americans
http://xkcd.com/850/
La mappa del mondo per come lo vedono gli americani. Cliccate fiduciosi: e' roba di Randall :-)
Barney
17.1.11
Il potere di una firma (elettronica)
[Ringrazio Arianna C. per lo spunto involontario che mi ha dato per questo post. Dopo un botta e risposta su faccialibro, e un "Ma sei sempre il solito rompicoglioni!" dettomi in faccia grazie ad un casuale incontro, non posso certo far finta di nulla, no? :-)]
Capita a volte che un argomento minimale, che sta ai limiti percettivi dei nostri piccoli interessi egoistici, esca fuori -per coincidenze astrali irripetibili- un numero di volte esagerato in uno spazio di tempo ridotto. E quindi viene d'imperio promosso da rumore di fondo a stella del proscenio della nostra vita, seppure per un breve attimo. A volte questo attimo fa molto rumore, altre volte passa quasi inosservato, altre ancora una via di mezzo ovviamente. Questa e' la storia di un battito d'api che ha provocato un post.L'argomento in questione e' infatti la moria di api e di altri imenotteri sociali che ha luogo da anni in varie parti del mondo. Probabilmente ne hanno ri-parlato in vari telegiornali in questi giorni, forse l'argomento e' stato trattato (in una pagina interna) pure sui giornali, mi pare di avere capito che addirittura e' saltato fuori in un talk show televisivo; fatto sta che io -lo confesso- non m'ero accorto di nulla. Mercoledi' scorso ne hanno parlato -marginalmente- un paio di colleghi a pranzo. Ho carpito un paio di frasi, con dentro le parole "Neonicotinoidi" e "Zaia". Per farla breve: pare che una delle teorie piu' accreditate colleghi la moria di api all'uso indiscriminato di neonicotinoidi, i quali sarebbero la principale -se non unica- causa delle morti . Zaia (l'ex Ministro dell'Agricoltura) avrebbe vietato l'uso di tali veleni mortali, e cio' spiegherebbe come mai le api italiane muoiono "meno" di quelle tedesche o francesi. Gli americani invece spargono a ettolitri i neonicotinoidi, e ovviamente proprio negli USA ci sarebbe una strage di insetti.Il giorno dopo uno dei colleghi che discuteva della cosa invia una email che si intitola "giusto perche' ne parlavamo oggi", e contiene un link. Questo qua.
In sintesi: le morie delle api sono cicliche, e possono essere ricondotte a vari fattori (funghi, virus e acari soprattutto. Con -certamente- l'aiuto di pesticidi, ma come componente minimale).
Il fattore responsabile delle ecatombi di quest'anno pare sia un virus ad RNA, diffuso attraverso i pollini.
A supporto la pagina web porta un articolo pubblicato sulla Public Library of Sciences (non il "Giornalino di SuperPippo", quindi). Mi pare che la questione sia trattata egregiamente, e che le prove addotte all'ipotesi-virus siano solide. Per me (e per i miei colleghi) il caso e' chiuso e il colpevole individuato. Il cattivo ingiustamente incarcerato ("i neonicotinoidi") quasi riabilitato, o almeno scagionato da questo omicidio.
Il fascicolo, pero', si riapre inaspettatamente un paio di giorni fa grazie al cambiamento di stato di Arianna su FB. Arianna e' una biologa come una volta ero pure io, non quindi una sprovveduta. Avverte i suoi contatti su Facebook che ha appena firmato una petizione su www.avaaz.org. Una petizione su una emergenza globale delle api, per "vietare pesticidi killer che stanno uccidendo le api e mettendo in pericolo la nostra catena alimentare".Forte delle argomentazioni -come s'e' visto- casualmente reperite un paio di giorni prima replico con la mia solita sintesi pregna di simpatia quanto un posatoio da pollaio: "cazzate".
Linko anche (per correttezza) la pagina di Salmone.org dalla quale ho estratto le mie granitiche certezze. E mi calmo :-)
Io -va detto- sono una delle persone piu' apodittiche in assoluto, ma adoro discutere, ovviamente se la discussione ha basi interessanti. Questa le aveva, le basi. Ma Arianna replica come -secondo me- non avrebbe mai dovuto: usando come argomento il principio di autorita'. La petizione l'ha promossa Avaaz, QUINDI ha un senso, QUINDI deve essere vera.
Ora: posto che il sistema per cementare il mio punto di vista e' pormi davanti il principio di autorita' e nello stesso tempo evitare di fronteggiare i dati citati, andiamo a vedere cosa e' Avaaz, e dimentichiamo quindi per sempre il motivo per il quale le apine stiantano a camionat milion miliardi.Www.avaaz.org vi porta alla homepage dell'organizzazione. Home che mostra al centro una serie di immagini che ciclano e che raccontano delle principali campagne di raccolta firme (da ora in avanti: "petizioni") attualmente in corso. Ci torno subito. Prima va detto che subito a destra c'e' un box fucsia (lo sfondo del sito e' azzurro, e il contrasto e' notevole. Oltre che obiettivamente bruttino) con il motto dell'organizzazione e un counter corpo 26 che avverte che il movimento Avaaz a quel determinato attimo conta (nel mio caso) 6.626.775 membri. Il sito -lo dico subito- mi pare sostanzialmente innocuo: non dovrebbe fare mailaddress harvesting per spammer (sebbene vi siano alcuni che la pensano diversamente), e' appoggiato da MoveOn.org, che e' un movimento USA "apolitico" (ma certamente piu' vicino ai democratici che ai repubblicani, tanto che Obama molto vi si e' appoggiato per vincere le elezioni) ha finalita' che mi paiono lodevoli ma... inutili. Come drawback, si scopre che potrebbe essere finanziato pesantemente da George Soros, che a sua volta e' uno dei personaggi piu' discussi dell'economia mondiale. Ah, l'altra cosa molto negativa per me e' il solo fatto che "raccolgono firme". Adesso a raccogliere firme "fisiche" son rimasti i radicali -innocui- e quegli ex-drogati cattonaziskin dei Lautari, cui rispondo sempre "No, grazie: sono antiproibizionista convinto", e tanto basta per levarseli dai coglioni.Quello che mi perplime e' l'utilita' di azioni come questa, di organizzazioni che raccolgono firme per le petizioni piu' disparate. Tralascio il commento sull'altra faccia dell'organizzazione: la raccolta di fondi per le emergenze umanitarie, perche' non ho idea se gestiscono onestamente la cosa.
Ma ecco alcune delle raccolte attualmente "firmabili", o scadute da poco, oltre a quella delle api che e' onnipresente:
- Western Union: abolizione delle commissioni ritenute "predatorie" (posso capire lo spirito, se pensano di cambiare le cose con la petizione auguroni)
- Appello alle industrie del cacao per fermare la guerra in Costa d'Avorio (io voto per un appello a Superman. Sarebbe sicuramente piu' efficace nel dirimere quella lite tra pastori per questioni di eredita')
- Appello alla Corte Costituzionale Italiana perche' bocci la legge sul legittimo impedimento (questo e' conflitto di interessi, Cribbio!)
- Campagna per il cessate il fuoco a Gaza (ho detto Superman, la' sopra!)
- Campagna per la chiusura di Guantanamo (si, in effetti Obama l'aveva promesso... Ma allora chiederlo direttamente a lui no, eh?)
Insomma: ottimi argomenti, per carita' (beh, ottimi: dipende da chi sei; per il CEO di Western Union, per dire, la prima e' orripilante). Ma io mi chiedo se la gente che aderisce, quei 6.626.973 membri (siamo gia' aumentati di un duecento persone, in una decina di minuti) che hanno firmato per le api e per gli elefanti, per Guantanamo e per Sakineh hanno mai provato a quantificare l'efficacia del loro gesto, l'impatto pratico che lo scrivere il proprio indirizzo email in una form ha sui problemi del mondo. Secondo me l'efficacia e' zero o molto prossima allo zero. Anzi: l'impatto e' negativo nelle persone come me che odiano questo tipo di attivita'.
Mi viene sempre in mente, quando vedo 'ste campagne, che e' molto -troppo- facile agire cosi'. Son buoni tutti a (credere di) salvare una camionata di apuzze firmando una petizione.Magari avrebbe piu' senso -e sarebbe molto piu' impattante per gli insetti- piantare delle siepi di Rosa canina, o lasciare le Acacie in giardino, o destinare un terzo del prato a fiori di campo. Li' si che le api ringrazierebbero: perche' le rose e gli altri fiori se li ciucciano.
Le firme, con tutta la buona volonta' che le poverelle ci possono mettere, se le sbattono sui coglion friggono.
Barney
11.1.11
Why Is Nobody Calling Jared Loughner a Terrorist? - Culture - GOOD
Altro esempio di prospettiva. L'autore del pezzo si chiede come mai a nessuno e' venuto in mente di chiamare lo sparatore di Tucson "terrorista".
Barney
le carte in tavola | Guido Catalano
da quando sul mio blog ho messo una poesia
che si intitola “io ho visto le donne nude”
ho ricevuto – ad oggi – 18.414 visite
di gente che cerca su google “donne nude”
contro 18.290 che cerca il mio nome e cognome
la poesia è stata inserita sei mesi fa
il blog è stato aperto cinque anni fa
Guido Catalano, poeta (forse) scoperto grazie a Yossarian, disegna un mirabile ritratto di donna e di navigatore di internet con "Le carte in tavola".
Manca un qualsiasi accenno alle scarpe, se non si considerano i tacchi gruiformi: il vero problema delle scarpe da donna e' il numero di paia per soggetto.
Barney
9.1.11
Perchè ci piace Bansky e Povia no?
Ieri mattina mi ha colpito un bell'articolo di Alex Ross tradotto su Repubblica e affiancato dal commento di Baricco (che francamente aggiunge poco a quanto scritto dal critico musicale americano, ma per il tipico provincialismo italiota rafforza -nella mente semplice dei redattori di Repubblica- il messaggio di Ross). La questione trattata era: come mai la gente scappa a gambe levate quando, a teatro, l'orchestra comincia a suonare roba di Schoenberg o Steve Reich o Arvo Pärt (chiunque siano questi tipi, sia detto per inciso), mentre i musei d'arte moderna attraggono milioni di persone esponendo opere di Pollock, Warhol, Klee?
Io sono francamente ignorante, nel campo della musica colta. Arrivo a malapena a Philip Glass, che scoprii da molto giovane perche' non ricordo quale dei rockettari che ascoltavo (e ascolto tuttora) dichiaro' (A "Rolling Stone"? A "Chitarre"? Insomma, a una roba del genere) che Glass lo aveva profondamente influenzato. Ricordo che influenzo' pure me, nel senso che l'ascolto di una facciata dell'LP che mi procurai fu sufficiente a farmi dichiarare Philip Glass peggio di qualsiasi garage band NewYorkese. Poi i giudizi son cambiati, e in tempi meno giurassici ho acquistato -ed ascoltato- dischi di Mertens e di Nyman, scoperti ovviamente grazie a Peter Greenaway e ai suoi film, ma sospetto non si possano definire "musica colta".
Per quel che riguarda le arti visive sono ugualmente un ignorante visto che i fumetti non penso contino, ma e' evidente che Ross e Baricco hanno ragione: un Klee lo si puo' fruire anche senza essere critici d'arte, e molte persone (me compreso) visitano musei d'arte moderna.
Ma in questi giorni la potenza evocativa e la assoluta semplicita' (a volte) delle arti visive contemporanee m'e' venuta in mente anche in riferimento a questa raccolta di foto prese nell'aretino da un collettivo di street artisti dei nostri giorni. Il sito e' interessantissimo, e pieno di stupendi esempi di come si possano riempire -letteralmente- le citta' di opere d'arte che si confondono a tal punto con l'architettura del luogo da sembrare elementi necessari dell'insieme. Le foto rappresentano dei cartelli stradali "hackerati" in maniera semplice ma assolutamente evocativa. Un esempio qua sotto:
Figura 1: Segnale di divieto di lavoro, forse...
Come esempio estremo di street art vi lascio alla contemplazione di una delle opere piu' note di Bansky, lo street artist di Bristol:
Figura 2: No Future, Bansky.
Ah, rimarrebbe da spiegare cose c'entra "Povia" con tutto il resto. Nulla, e' chiaro. Solo, mi serviva un riferimento piu' basso dello "0", qualcosa che avesse scavato in profondita' nei meandri della spazzatura spacciata per musica. Ecco, Povia e' perfetto.
Barney
4.1.11
Consigli per gli acquisti
Non ho controllato se il Deuteronomio dice cosi', ma non ci sarebbe mica da stupirsene troppo, eh?
Barney
Il giallo scandinàvo 2 - il ritorno delle menti semplici
Dopo l'approfondita analisi del fenomeno letterario del secolo, ovvero l'inusitata ed inspiegabile ascesa nelle classifiche di mezzo mondo dei "gialli" vichinghi (disamina reperibile qui), sono costretto a tornare sull'argomento dalla pressante attualita'. Nella gita a Roma, che ha compreso come quasi sempre la visita alla Libreria Fanucci, m'e' capitato di imbattermi in una pila di "gialli" svedesi/norvegesi/finlandesi che avevano tutti una affascinante caratteristica in comune. Dato che una immagine vale piu' di mille parole passo a mostrare quattro indecenti e orribili fototessera prese al volo tra la folla che si accalcava negli angusti spazi di Piazza Madama. La qualita' e' quella che e' solo per colpa mia che scattavo con una mano sola: Figura 1: Non credo si parli del Papa, o di Padre Pio.
Figura 2: Mestieri del passato, parlando di Circo ovviamente.
Figura 3: Scuola primaria, credo.
Figura 4: Un classico del genere.
Giuro che questi quattro libri giacevano in pile ordinate, l'uno accanto all'altro. Si tratta di uscite recenti, in cui la semplificazione del plot tipica deli giallo Scandinàvo e' giunta a punte Zen quasi insuperabili, partendo gia' dal titolo del romanzo. E' facile immaginare, ad esempio, che il protagonista cattivo del libro di figura 3 si diverta a marchiare le sue vittime con -suspance...- lettere dell'alfabeto (o lascera' una "A" scritta col sangue sul muro la prima volta che sgozzera' una giovine vittima, una "B" la seconda volta e via cosi' fino alla "Z"), o che nel libro di figura 2 vi sia un adepto di Franz Anton Mesmer. Insomma, oltre agli altri ingredienti ineludibili del tipico giallo nordico c'e' pure 'sta roba del titolo "articolo-nome" a prova di leghista ubriaco.
Tutto questo vi potra' sembrare ancora piu' strano ed incomprensibile se solo aggiungo un ulteriore particolare, assolutamente vero, alla storia. Ho portato con me un solo libro, da leggere la sera prima di addormentarmi. Un giallo svedese che mi ha prestato la mia vicina di casa la sera prima di partire. Ecco... non so come dirlo, ma quel libro riesce ad elevare l'arte Zen della semplificazione del titolo a livelli ninja. Si tratta di questo libro qua:
Figura 5: Senza parole.
Un giallo svedese che si intitola "il Cinese". Il Giallo che si intitola "il Giallo". Tout se tient...
Barney
1.1.11
Time Compression
Siamo di ritorno dal cenone di fine anno, e -ieri- da una gita di tre giorni a Roma. Per quel che riguarda il cenone, nulla da segnalare se non il fatto che ho finito praticamente da solo un ottimo panettone, e che non capisco l'ottimismo che circola. Forse la gente pensa che l'onda non arrivi... Mah.
Per quel che riguarda Roma, e' stata come sempre una bella esperienza, e una sfacchinata mostruosa nello stesso tempo, e cosi' giustifichiamo il titolo del post. Siamo riusciti a visitare "a caso" il centro il primo giorno, con fermata obbligatoria alla libreria Fanucci (quella "storica" di Piazza Madama) e -prima- alla Fandango Incontro che ospita la bella mostra "Paz e Pert" (che ho imposto come tappa obbligata per la giornata. Bella mostra, ma tutte le volte che penso che Paz s'e' ammazzato mi incazzo come un picchio).
Il secondo giorno siamo invece partiti per visitare la GNAM, e ci siamo trovati al MACRO, museo consigliato a tutti sia per la bellezza architettonica del luogo (la ex fabbrica Peroni ristrutturata benissimo), sia per le opere esposte (da non perdere, fino al 16 gennaio, la geniale "Treccani sottolio"), sia, infine, per la localizzazione nella citta' (siamo a un tiro di schioppo da Termini, nella zona famisissima -in questi giorni- di via dei Villini, in cui ci sono alcune tra le piu' belle ville Liberty di Roma). La sera, lasciata la consorte ad assistere ad un balletto di Roland Petit all'Opera, ho trovato il modo di non morire assiderato assistendo assieme ai figlioli alla proiezione di "Porco Rosso" al Cinema dei Piccoli di Villa Borghese. Grandissimo film, di un grande regista, arrivato in Italia con quasi venti anni di ritardo rispetto al resto del mondo.
[[posterous-content:pid___0]]
A segnare la differenza tra noi e gli altri: esattamente vent'anni di ritardo...
Barney