1.2.11

Lost in translation

Silvio ha mandato ieri una letterina a Babbo Natal al DIrettore del Corriere della Sera. Secondo me s'è un pò trattenuto, e non ha detto esattamente quello che pensava. Ho quindi provato ad interpretare la lettera, cercando di entrare nel cervello di Berlusconi almeno per una decina di minuti. Ecco il risultato:

 

Cosa ha scritto Berlusconi Cosa voleva dire in realtà
Gentile direttore, Grandissimo bastardone,
il suo giornale ha meritoriamente rilanciato la discussione sul debito pubblico mostruoso che ci ritroviamo sulle spalle da molti anni, sul suo costo oneroso in termini di interessi annuali a carico dello Stato e sull’ostacolo che questo gravame pone sulla via della crescita economica del Paese. toh, qualcuno s'è azzardato a ricordare a tutti gli italiani che il debito pubblico nazionale è il secondo al mondo. Come si permette, eh? Chi cazzo ha avuto quest' idea balzana?
Sono d’accordo con le conclusioni di Dario Di Vico, esposte domenica in un testo analitico molto apprezzabile che parte dalle due proposte di imposta patrimoniale, diversamente articolate, firmate il 22 dicembre e il 26 gennaio da Giuliano Amato e da Pellegrino Capaldo. Mi tocca dare ragione a Di Vico, non perché dica quel che dico io, ma semplicemente perché sbugiarda Amato e Capaldo, i due maledetti comunisti che hanno osato parlare di patrimoniale! Ma diobòno: e io che cazzo l'avrei fatto a fare, lo scudo fiscale, eh? Mi dica lei, caro Pallette!!
Vorrei brevemente spiegare perché il no del governo e mio va al di là di una semplice preferenza negativa, «preferirei di no», ed esprime invece una irriducibile avversione strategica a quello strumento fiscale, in senso tecnico-finanziario e in senso politico. Adesso mi tocca giustificare il mio "no" che ovviamente non è solo mio, ma viene condiviso da quella manica di nominati che mi sono permesso di fare eleggere in Parlamento. Ora, porca puttana, devo riempire mezza pagina di fuffa cercando di farla sembrare roba seria. Via, o vediamo cosa si riesce a fare!
Prima di tutto, se l’alternativa fosse tra un prelievo doloroso e una tantum sulla ricchezza privata e una poco credibile azione antidebito da «formichine», un gradualismo pigro e minimalista nei tagli alla spesa pubblica improduttiva e altri pannicelli caldi, staremmo veramente messi male. Toh, cominciamo a pigliarvi subito per il culo. Siccome siamo messi di merda, mi tocca negare per estremizzazione. E' la tecnica della minimizzazione per esagerazione, e funziona sempre. Dicendo che "staremmo veramente messi male" vi faccio venire in mente che non possiamo essere così nella merda, no? E quindi stiamo messi se non benissimo, almeno benino. Sarò bravo, a pigliarvi per il culo? Eh? Dimmi te!
Ma non è così. Leggete il labiale: Col cazzo che non è così.
Ve l'ho spiegato qua sopra, no? E' esattamente così!
Ma mi diverto troppo a prendervi per il culo...
L’alternativa è tra una «botta secca», ingiusta e inefficace sul lungo termine, e perciò deprimente per ogni prospettiva di investimento e di intrapresa privata, e la più grande «frustata» al cavallo dell’economia che la storia italiana ricordi. Qua si vede che sono un genio della comunicazione, eh? Chi di voi, nella mia situazione, avrebbe osato parlare di "botta secca"? Su, alzate le meni, bischeri! Eh, nessuno, vero? Sono un GENIO assoluto.
E il prosieguo? La "frustata" al cavallo? A parte i doppi sensi sadomaso, c'è qualcuno che capisce di cosa si può trattare? La "frustata" all'economia... Non vi accorgete che vi sto vendendo parole vuote? Per adesso vado benissimo!  
Il debito è una percentuale sul prodotto interno lordo, sulla nostra capacità di produrre ricchezza. Ecco. Qua inizio a friggere aria. Dico banalità come: "se piove ci bagniamo", e ve le condisco di saggezza tranquilla. Prendete ed assimilate: "se piove, ALLORA ci bagniamo". Profondo, no?
Se questa capacità è asfittica o comunque insufficiente, quella percentuale di debito diventa ingombrante a dismisura. Debbo continuare sullo stesso registro, adesso tiro fuori "se piove veramente tanto, è probabile che ci bagniamo parecchio", e voi ve la segnate come una roba fantastica, che nessuno v'ha mai detto. Ma ci sono qua io, Papi Silvio!
Ma se riusciamo a portare la crescita oltre il tre-quattro per cento in cinque anni, e i mercati capiscono che quella è la strada imboccata dall’Italia, Paese ancora assai forte, Paese esportatore, Paese che ha una grande riserva di energia, di capitali, di intelligenza e di lavoro a partire dal suo Mezzogiorno e non solo nel suo Nord europeo e altamente competitivo, l’aggressione vincente al debito e al suo costo annuale diventa, da subito, l’innesco di un lungo ciclo virtuoso. Sono un genio!
L'ho già detto? Beh, tocca ripetermi. Dopo avervi ammannito di trite banalità e di puttanate assurde, chiudo il capitolo-cazzate con una giocata da maestro della prestidigitazione: nell'IMPOSSIBILE caso che l'Italia cresca del tre-quattro percento nei prossimi cinque anni, allora tutto si risolvera' come per magia! Addirittura, se si verificasse questa impossibile cosa, avremo risolto pure il problema del sud! Tutto questo accadrà quando la marmotta finirà di incartare la cioccolata, ma sono certo che qualche idiota sta già dicendo in giro che siamo finalmente e definitivamente fuori dalla crisi.
Per fare questo occorre un’economia decisamente più libera, poiché questa è la frustata di cui parlo, in un Paese più stabile, meno rissoso, fiducioso e perfino innamorato di sé e del proprio futuro. Ecco la frustata: vi vendo le liberalizzazioni che NON HO FATTO in sedici anni (così tanti? Eh già... Sono in giro dal 1994. Ah, allora sono DICIASSETTE!) come cura assoluta per tutti i mali del paese. Se riesce questa, ho pronte da vendere la Fontana di Trevi e l'Isola del Giglio.
La «botta secca» è, nonostante i ragionamenti interessanti e le buone intenzioni del professor Amato e del professor Capaldo, una rinuncia statalista, culturalmente reazionaria, ad andare avanti sulla strada liberale. Quei due comunisti di Amato e Capaldo, che sono pure professori, vorrebbero incastrarmi con la "botta secca". Ah, ma io non ci casco mica, eh? Io vado avanti con la frustata al cavallo, che fa anche più Bondage e Master&Slave. Mhhhh, devo segnarmele, per i prossimi Bunga Bunga... Ma sto divagando: torniamo a noi.
La Germania lo ha fatto questo balzo liberalizzatore e riformatore, lo ha innescato paradossalmente con le riforme del socialdemocratico Gerhard Schröder, poi con il governo di unità nazionale, infine con la guida sicura e illuminata di Angela Merkel. Porca troia, mi tocca dir bene di un SOCIALISTA, ma vi rendete conto? E mi toccadir bene anche di quella cattolichetta morigerata della Angela, che io c'ho provato a farla ridere, ma lei... Diocristo: le ho fatto "Cucu'" da dietro la fontana, e lei non s'e' scomposta. Un blocco di ghiaccio. E addirittura (ADDIRITTURA!!) s'è accordata con i SOCIALISTI!!! Illuminata, l'ho chiamata? Ma che si desse fuoco!
E i risultati sono sotto gli occhi di tutti: la locomotiva è ripartita. Noi, specialmente dopo il varo dello storico accordo sulle relazioni sociali di Pomigliano e Mirafiori, possiamo fare altrettanto. E adesso tocca anche dire bene di quel canadese che vive in Svizzera... Ma è roba da matti! Però, devo essere sincero: Sergino è stato bravissimo a inchiappettare gli operai... Quasi quasi lo chiamo come spin doctor. Si! Ottima idea!
Non mi nascondo il problema della particolare aggressività che, per ragioni come sempre esterne alla dialettica sociale e parlamentare, affligge il sistema politico. Ooooh, finalmente posso spargere un po' di guano sui comunisti! Sono particolarmente cattivi, in questo periodo: si approfittano della mia fragilità, della situazione contingente e dei miei -come dire?-problemi extra-politici. Comunisti, insomma. Tutta colpa LORO.
Ne sono preoccupato come e più del presidente Napolitano. Quel vecchio rompicoglioni è bene che se le segni: o la smette di rompere il cazzo, o lo rottamo!
E per questo, dal momento che il segretario del Pd è stato in passato sensibile al tema delle liberalizzazioni e, nonostante qualche sua inappropriata associazione al coro strillato dei moralisti un tanto al chilo, ha la cultura pragmatica di un emiliano, propongo a Bersani di agire insieme in Parlamento, in forme da concordare, per discutere senza pregiudizi ed esclusivismi un grande piano bipartisan per la crescita dell’economia italiana; un piano del governo il cui fulcro è la riforma costituzionale dell’articolo 41, annunciata da mesi dal ministro Tremonti, e misure drastiche di allocazione sul mercato del patrimonio pubblico e di vasta defiscalizzazione a vantaggio delle imprese e dei giovani. Qui state attenti che faccio il mio numero migliore. Dopo avere raccontato stronzate, dopo avere FINALMENTE detto che siamo nella merda fino al collo, dopo aver detto che la Germania ne è uscita solo perche' destra e sinistra hanno lavorato assieme, che ti faccio? Beh, lo vedete: porgo la mano a Pigigi.
E non porgo solo la mano, no... Lo metto in condizione di essere sempre dalla parte del torto, sia che dica di si, sia che dica di no. Perchè io non ho una sega di idee su come andare avanti, ma voi credete che Pigigi ne abbia?
O bischeri...
Lo scopo indiretto ma importantissimo di un piano per la crescita fondato su una frustata al cavallo di un’economia finalmente libera è di portare all’emersione della ricchezza privata nascosta, che è parte di un patrimonio di risparmio e di operosità alla luce del quale, anche secondo le stime di Bruxelles, la nostra situazione debitoria è malignamente rappresentata da quella vistosa percentuale del 118 per cento sul Pil. Qua ritiro fuori la frustata al cavallo, che si capisca che non ho un cazzo di idee e che mi è dimolto piaciuta questa immagine ippica.
E metto giù un numerello a caso, ovviamente sottostimato, per ribadire il concetto che siamo nella merda. E che me ne sono accorto solo oggi.
Prima di mettere sui ceti medi un’imposta patrimoniale che impaurisce e paralizza, un’imposta che peraltro sotto il mio governo non si farà mai, pensiamo a uno scambio virtuoso, maggiore libertà e incentivo fiscale all’investimento contro aumento della base impositiva oggi nascosta. Via, ragazzi: abbiamo fatto poche cose, in questo governo. Una è stata lo scudo fiscale, a favore dei ricchi (non certo dei pezzenti come voi). Vi domando: ma che, ensate che siamo così coglioni da TOGLIERE I SOLDI a chi li ha, con la patrimoniale (o magari con la tassazione sulle rendite finanziarie)? Ma siete pazzi, ve lo dico io!
Se a questo aggiungiamo gli effetti positivi, di autonomia e libertà, della grande riforma federalista, si può dire che gli atteggiamenti faziosi, ma anche quelli soltanto malmostosi e scettici, possono essere sconfitti, e l’Italia può dare una scossa ai fattori negativi che gravano sul suo presente, costruendosi un pezzo di futuro. Siamo alla fine e non ho ancora tirato fuori la cazzata del federalismo. Ecco qua: mica ci vogliamo far mancare una strizzatina d'occhio a Umbertone, no?
Silvio Dio

Posted via email from Panofsky's version

Nessun commento: