13.7.11

Casta ma non pura

Oggi sono intervenuto -non lo faccio quasi mai- in una discussione su Linkedin, gruppo "Fuga dei talenti". Qualcuno ha linkato una notizia che riportava le proposte di legge -tutte del centrodestra- volte ad abolire il valore legale del titolo di studio, e ha semplicemente domandato "siete d'accordo?". Io sono d'accordo, m'e' venuto da rispondere, ed ovviamente ho risposto "si". Con me qualche altro utente, ma la maggioranza mi pare sia contraria. Un tizio in particolare s'e' lanciato in una filippica assurda sul fatto che cosi' si sarebbe data una formidabile arma in mano alle aziende per tenere sulla corda i lavoratori (??!!!!). Poi ha scritto la frase che m'ha fatto veramente incavolare, e che riporto sperando non chieda mai i diritti d'autore:

"In Italia oramai l'unico valore che si dà alla cultura è il riconoscimento di quel titolo faticosamente sudato e solo perchè si è obbligati dalla legge. Se si toglie anche quello la frittata è fatta. Voglio proprio vedere che ci guadagnano i professionisti a farsi sfilare da sotto il naso il titolo che hanno acquisito. A me pare una scemenza francamente."

Questa roba qua l'ho letta prima (lo giuro) di ascoltare quel che e' successo oggi in aula a Montecitorio: alla sola notizia che la Finanziaria avrebbe contenuto norme volte ad abolire -o comunque a rilassare- gli ordini professionali, uno stuolo di avvocati e notai (tutti pare del centrodestra) hanno iniziato a raccogliere firme in aula, minacciando di non votare la finanziaria se quella norma non fosse stata ritirata. Pare che in fondo alla giornata abbiano ricavato una cinquantina di firme (alcuni giornalisti dicono ottanta), e soprattutto pare che la norma sugli ordini professionali sara' ritirata dal testo definitivo.

A me e' venuto da rispondere cosi':

"E' evidente che l'abolizione del valore legale del titolo di studio e' l'ultimo dei problemi del paese, ma su questo era stato chiesto di fornire un parere.

E' altrettanto evidente che l'attaccamento tutto nazionale al valore del pezzo di carta e' lo specchio di una mentalita' molto particolare -e assai dannosa, IMVHO-: il volere mantenere dei privilegi di "casta" che si ritengono dovuti solo perche' siamo entrati in una casta.

Il commento di Xxxxxx (non me ne voglia) sui professionisti che non avrebbero alcun motivo di cancellare il valore legale della laurea e' la riprova che questa mentalita' esiste e lotta assieme a noi.

Dall'altra parte, gli stipendi ridicoli che le aziende italiane pagano ai loro dipendenti sono -mi si scusi il calembour- indipendenti dal fatto che il dipendente abbia o meno la laurea: siamo al VENTISETTESIMO posto nel G30 come COSTO del lavoro, subito prima di Polonia e Messico.

In sintesi: eliminare il valore legale del titolo di studio potrebbe rappresentare uno dei punti di partenza per passare da un sistema clientelare/di caste a uno MERITOCRATICO."

Questo, lo ripeto, prima di aver sentito della stupenda prova di responsabilita' degli avvocati del PdL, di fronte ad una crisi economica enorme. Ma volete mettere il proteggere la casta dei notai con lo spread rispetto ai Bund tedeschi? Ma soprattutto: pensate che qualcuno di quei coglioni che raccoglievano le firme sappia cosa e' lo spread, o i Bund tedeschi?

Barney

Nessun commento: